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I soggiorni a Pienza di Iacopo Ammannati Piccolomini

Fabio Serafini

I soggiorni a Pienza di Iacopo Ammannati Piccolomini

In un precedente studio è stato possibile ricordare due lettere che Iacopo o Giacomo Ammannati Piccolomini – già menzionato in altri contributi pubblicati dal Centro Studi Pientini1 – scrisse durante un suo soggiorno a Pienza. Da Paolo Cherubini, che ha pubblicato un testo in tre volumi con le lettere dell’Ammannati, si evince tuttavia come quest’ultimo abbia invece soggiornato in più occasioni nella località toscana, in virtù del profondo rapporto intrattenuto con papa Pio II. Grazie alla pubblicazione del Cherubini è quindi possibile non solo migliorare la conoscenza di Pienza attraverso una figura quale l’Ammannati, ma anche la forte relazione fra il prelato e la località della provincia di Siena, sicuramente conseguenza almeno in parte di quel legame, come si è già accennato, fra il medesimo Ammannati e quel personaggio che, a seguito della sua salita sul Soglio di Pietro con il nome di Pio II, cambiò il toponimo della sua natia Corsignano nell’attuale Pienza.

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CORSIGNANO NEI DOCUMENTI DALL’VIII AL XIII SECOLO

Fabio Serafini

CORSIGNANO NEI DOCUMENTI DALL’VIII AL XIII SECOLO

(Canonica 11 – pag. 35)

Le nuove ricerche archivistiche su Pienza hanno permesso di rintracciare diversi atti solo in parte già presi in considerazione per le precedenti pubblicazioni sulla pieve di San Vito di Corsignano e sulla presenza camaldolese a Pienza, a cui aggiungere alcuni documenti non attinenti tali argomenti forse riconducibili a Pienza. Il presente contributo ha così la possibilità di integrare le precedenti pubblicazioni, con la conseguenza di poter fare meglio conoscere la storia di Pienza durante il suo periodo medievale. Per comodità di lettura, tali atti, che coprono un lasso di tempo compreso fra i secoli VII e XIV, vengono qui di seguito suddivisi per argomento.

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CANONICA 11

E’ uscito il numero 11 della rivista Canonica; continua il cammino grazie ai tanti autori e collaboratori che contribuiscono alla divulgazione di ricerche, articoli, studi e curiosità su Pio II, Pienza ed il suo territorio.

In questo numero quattro articoli e la consueta rubrica “Tra i Libri”. Nel primo contributo, Umberto Bindi presenta una ricerca sull’insediamento medievale di Fabbrica, situato al confine tra Pienza e Montepulciano. Nel secondo Matteo Parrini si interroga sulle ragioni che portarono Pio II ad effettuare il particolare percorso che lo condusse, ormai morente, ad Ancona, mentre Fabio Serafini continua la sua opera di ricerca della presenza di Corsignano nei documenti medievali. Chiude il numero l’approfondito lavoro di Sara Mammana sul significato utopico della costruzione della città di Pienza. Tra i libri segnala quattro uscite di testi avvenute nel 2021.

Sono presenti nel sito i singoli articoli, raggiungibili dal menu ARTICOLI CANONICA o dai link dell’indice qui sotto.

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CANONICA 10

E’ uscito il numero 10 della rivista Canonica; dieci numeri e dieci anni di attività del Centro Studi Pientini che hanno visto tanti autori e collaboratori contribuire alla divulgazione di ricerche, articoli, studi e curiosità su Pio II, Pienza ed il suo territorio.

In questo numero quattro articoli e un supplemento. Nel primo contributo, Roberto Formichi ci racconta le vicende che precedettero l’inizio dei lavori di sottofondazione del Duomo di Pienza; gli studi, le proposte di “smontaggio”, i progetti di consolidamento ed il crescente interesse per Pienza e i suoi monumenti. Nel secondo articolo Fabio Serafini documenta la presenza di Corsignano nei registri camaldolesi mentre Matteo Parrini racconta le vicende di Onesta Piccolomini, nobildonna nipote di Pio II e “donna del Rinascimento” nel territorio delle Marche. Infine una testimonianza della prima ora sull’avvio degli scavi archeologici nell’area di “cava Barbieri”; Andrea Bruzzichelli partecipò ai sopralluoghi di Ferrante Rittatore Vonwiller e di Rezia Calvi agli albori degli scavi.

 

Il supplemento contiene una inedita iconografia di Pio II curata da Roggero Roggeri; quarantotto schede su altrettante opere di pittura, miniatura, scultura e medaglistica con il ritratto di Enea Silvio Piccolomini.

Sono presenti nel sito i singoli articoli, raggiungibili dal menu ARTICOLI CANONICA o dai link dell’indice qui sotto.

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CORSIGNANO NEI DOCUMENTI CAMALDOLESI

Fabio Serafini

CORSIGNANO NEI DOCUMENTI CAMALDOLESI

(Canonica 10 – pag. 47)

A seguito dell’edificazione del monastero di Camaldoli da parte di San Romualdo, fra il 1025 ed il 1027, sorse la congregazione dei camaldolesi, pur non contemplata dal fondatore sebbene ne dettò la regola, permettendole di rimanere all’interno dell’ordine benedettino in virtù di quella indipendenza e di quella autosufficienza di ogni singolo cenobio volute da San Benedetto attraverso la propria regola.1 Fin dal primo momento la nuova congregazione crebbe sia nel numero di monaci che di monasteri, grazie a riforme e donazioni ottenute tanto da ecclesiastici che da imperatori ed i relativi documenti, almeno in parte giunti fino all’epoca contemporanea, forniscono le località in cui si insediò la congregazione e talvolta i nomi dei monaci camaldolesi.

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