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Il Dotto bicromia
Il Dotto, simbolo del Centro Studi

Il Centro Studi Pientini nasce al fine sia di promuovere e divulgare nuovi studi a carattere storico/artistico riguardanti la città di Pio II, il suo territorio e quanto di fecondo l’opera di Enea Silvio Piccolomini ha prodotto nel corso dei secoli in altri ambiti e specifiche realtà locali (si pensi ad esempio ad Orvieto e Viterbo), sia dalla sentita necessità di accrescere, per quanto sarà possibile, le nobili tradizioni di Pienza nel campo della Cultura. Cultura che mai, come in questi ultimi anni, si vorrebbe far passare per un inutile passatempo.

Per far questo si è scelto di promuovere l’attività del nuovo sodalizio mediante la creazione di un sito on-line (e della rivista Canonica che ne è diretta emanazione) in grado di stimolare – si spera – la curiosità non solo dei ricercatori e degli studiosi già esperti ma in egual misura, se non maggiore, quella delle nuove generazioni che della storia di Pienza potranno (e dovranno) essere sicure e consapevoli protagoniste.
‘Sito’ che nelle intenzioni dei soci fondatori dovrebbe poter essere considerato un luogo di pubblicazione quanto più accogliente possibile, in grado, cioè, di dare visibilità a tutti coloro che si cimenteranno nel campo, peraltro rischiosissimo, della storia locale, raccogliendo in tal modo l’eredità degli eruditi canonici Giovanni Battista Mannucci ed Aldo Franci, alla cui memoria il Centro è dedicato. Storia locale non più limitata alla cronaca delle sole piccole patrie di muratoriana memoria, ma in grado di estendere i propri interessi alla società civile e letteraria, alla storia artistica e religiosa, alle più diverse fonti (non solo narrative, quindi) ed a sempre più accurati repertori.

Nello svolgimento della sua attività, il Centro Studi Pientini cercherà di assumere, senza alcuna ‘alterigia’ o sterile ‘altezzosità’, le funzioni di possibile rappresentante della cultura cittadina, e sentendosi legittimato ad esistere, rivendicherà per sé tutto lo spazio che oggettivamente potrà e saprà meritarsi con l’unica ambizione di rivestire di “candida e sincera luce” – prendendo a prestito le parole del conte Tommaso Piccolomini Adami – ogni “istorica notizia” seppellita nelle “tenebre della dimenticanza”.

La partecipazione è aperta a quanti si riconosceranno in questo programma che, nella sua semplicità, vuole tuttavia essere ‘ambizioso’ non certo per ‘vanità’ ma perché può capitare, come scrisse Luigi Fumi – studioso orvietano che per primo volse in italiano la memoria piccolominea del corteo viterbese del SS. Corporale – che “…venendo a conoscersi il poco, si fa strada all’assai”.

Studi e ricerche su Pienza ed il suo Territorio